Quando Jean Jacques Rousseau si affacciò dalla veduta del colle di Superga su Torino disse: "Io ho dinnanzi il più bello spettacolo che possa colpire l'occhio umano". Anche oggi chi si affaccia da lì gli dà facilmente ragione. L'occhio viene particolarmente colpito, oltre che dall'impareggiabile panorama della sottostante Torino con le Alpi sullo sfondo, anche da quella linea dritta e perfettamente perpendicolare che taglia in due la città per chilometri e si perde in direzione di Rivoli: è Corso Francia. Molti sanno o perlomeno lo capiscono con quella veduta, che l'asse mediano della Basilica di Superga coincide con la linea retta di Corso Francia per scelta architettonica, non molti sanno perchè.

Il 28 agosto 1706 Torino è assediata dalle truppe francesi di Luigi XIV che dopo l'occupazione dell'Alta Savoia era intenzionato a prendersi tutto il Piemonte puntando sulla sua capitale. Vittorio Amedeo II duca di Savoia e il principe Eugenio di Savoia-Carignano inviato dall'Austria con 28.000 uomini in aiuto del duca, salirono quel giorno sul colle di Superga per osservare dall'alto lo schieramento degli assedianti attorno alla città, una truppa di 60.000 uomini. Quell'osservazione indicò loro che la linea nemica aveva punti deboli nella zona tra la Dora Riparia e la Stura, e andava attaccata in quel punto con l'unione della guarnigione piemontese di Vittorio Amedeo II al contingente del principe Eugenio in attesa fuori città. I due tornarono di nuovo il 2 settembre sul colle dove c'era una piccola cappella parrocchiale, e in quella chiesetta Vittorio Amedeo II si prostrò ai piedi della statua della Madonna (quella venerata tutt'oggi nella cappella detta del voto) e fece voto che se la Vergine Maria gli avesse fatto ottenere la vittoria, avrebbe fatto costruire in quel luogo un magnifico tempio a Lei dedicato, talmente maestoso e imponente da essere visibile in ogni punto della città.
La sera del 6 settembre l'alleanza piemontese era tutta schierata alle spalle del nemico fra la Dora Riparia e la Stura. La mattina del 7 settembre 1706 alle ore 10 iniziò il conflitto. Lo scontro fu tremendo con perdite ingenti da ambo le parti, però l'esercito piemontese ebbe la meglio; quello francese fu definitivamente sconfitto. La vittoria liberava Torino e la popolazione da tutte le sofferenze, il Piemonte aveva acquistato in un giorno la sua autonomia. La popolazione venuta a sapere del voto del Duca attribuì la vittoria all'intercessione della Madonna. Una vittoria inaspettata suscitò in tutti una gioia e un entusiasmo incontenibile. Le sofferenze subite erano state troppe, ora finalmente la liberazione. L'incubo della paura e della morte era scomparso provocando nell'animo di tutti un sollievo indicibile.

Dopo un decennio dedicato a ricostruire una Torino lungamente devastata e affamata dalle vicende belliche patite e soprattutto a ricostituire una situazione economica sostenibile, Vittorio Amedeo II che nel frattempo era diventato Re anche della Sicilia, incaricò il noto architetto siciliano Filippo Juvarra della realizzazione della Basilica. Ma non solo.
Il Re aveva avuto nel frattempo l'idea di far realizzare la più grande opera architettonico-visiva mai concepita fino ad allora, voleva cioè che una strada dritta, lunga e ben visibile unisse il Castello di Rivoli -altro luogo simbolo dei patimenti durante l'assedio- al Palazzo Reale di Torino, proseguendo sulla medesima linea retta verso la futura Basilica sul colle di Superga, come ad indicarla.
La realizzazione della "Strada di Francia" (in seguito Corso Francia) della lunghezza 13 chilometri e che ripercorreva sostanzialmente l'asse dell'antica via Francigena, fu affidata all'architetto ducale Michelangelo Garove. Nel 1716 iniziarono i lavori di costruzione della Basilica di Superga. La cima del colle era inadatta ad ospitare un edificio delle dimensioni progettate in quanto non c'era un'area pianeggiante sufficiente. In un solo anno la cima fu abbassata di ben 40 metri a colpi di piccone e badile per produrre la necessaria spianata dove edificare il manufatto di stile Neoclassico, che fu compiuto 14 anni dopo.
Si è detto che non molti conoscevano questa storia.
Ancora meno è nota la circostanza che mentre l'architetto Filippo Juvarra era impegnato nella realizzazione della Basilica di Superga, contemporaneamente si stava anche occupando del progetto realizzativo della nuova cattedrale e del Palazzo Reale di Lisbona per conto di Giovanni V di Portogallo, opere a noi non pervenute perchè distrutte da un disastroso terremoto che colpì la capitale portoghese nel 1755. sotto uno dei disegni realizzati da Juvarra del Palazzo Reale e Patriarcato di Lisbona

Molti anni più tardi tale circostanza costringerà qualcuno a pensare che questa contemporaneità di opere monumentali concepite dallo stesso architetto abbia tracciato una linea impercettibile ma indissolubile Lisbona-Superga, rimasta lungamente in attesa che qualcuno la percorresse fino al 4 maggio del 1949. Quel giorno forse questo sortilegio, se di sortilegio si trattò, svanì definitivamente.

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4 maggio 2015

Mauro Ricci